Civiltà Italiana

Il Masochismo della non violenza.

Nazione e Nazionalismo.

Nazione e Nazionalismo.

 

Della Razza e della Mazza.

Se si misurasse il livello della civiltà dal numero di inutili morti violente, procurate o auto procurate, nessun essere coscienzioso, dotato di elementare raziocino potrebbe affermare che viviamo in un Mondo civile, il Nostro Mondo è l’Italia, nessun Italiano dotato di un barlume di Coscienza ed un minimo di raziocinio, potrebbe affermare che viviamo in un’Italia Civile.
La lama a doppio taglio del globalismo mercantilista e capitalista confonde gli elementi, i confini di Stato, le differenze di razza, la molteplicità delle lingue, le peculiari differenze culturali. Il pentolone che ribolle di frattaglie e scarti con il suo inconfondibile odore di grasso. Il plutocrate rimesta, aggiunge avanzi e motiva gusti, retrogusti ed estetica del piatto, i colori senza luce di un’artefatto. Un presente di tinte fosche per un futuro di tinte tetre.
La “fortuna” vuole che gli indicatori della civiltà siano altri, l’informatica, i social, lo schermo ultra piatto e ricurvo e la mela bacata ostentata dal “buon senso” renziano. La “fortuna” vuole che l’indicatore di maggior peso, il moltiplicatore per eccellenza del delta civiltà, sia l’integrazione, l’accoglienza, l’ingrediente segreto che ha trasformato le “frittole” in kebab, reso le patatine fritte in busta un gourmet a prova di Carlo, che lascia il suo bagno, il suo living (credo sia il salotto) e la sua impareggiabile cucina per assaporarne il sapore, meravigliosamente sposato alle noci, i mirtilli, l’uva, il caprino e l’immancabile cumino. Quale migliore argomento per passare una magnifica serata tra amici, allietata da perifrasi in inglese di raffinata eloquenza cosmopolita.

Pare bello ma in realtà è kebab, uno sconosciuto insieme di non identificabili carni animali che, troppo somigliano alla pastura velenosa causa della mucca pazza.

Un Camerata, un uomo che non conosco di persona, ma del quale posso giurare la Leale Fede ed il sacrosanto motivato pragmatismo, mi suggerisce di non parlare di Genetica di Razza. Non lo ha fatto per insorgente buonismo, il tempo, la Storia e la sua storia personale lo hanno efficacemente vaccinato, la sua romantica tenacia immunizzato per sempre. Lo ha fatto perché teso allo scopo, Rivoluzionario Genetico, Visionario Universale, affetto da smisurata Passione verso il Giusto, in vigile attesa della Civiltà.

Non intendo cadere nella trappola della guerra santa, ne tanto meno cavalcare l’onda, ondina, dei surfisti della destra, la dolce Giorgia, il sanguigno Matteo, il templarismo diffuso delle frange religiose oltranziste, istanze di pregiudizievole ipocrisia, preferisco sempre attenermi alla Genetica di Razza che più che ignorante razzismo è Illuminato Universalismo. Fatti non fummo per viver come bestie, vero sia se declamato dall’osceno benigni che dal Repubblichino Albertazzi. La Virtù della Conoscenza si genera nel riconoscere le Differenze che, dal colore della pelle alla Lingua, dalla Religio alla visione Cosmica, testimoniano il lungo cammino della Razza Umana, unica nel suo Insieme di sotto Insiemi non omogenei ma complementari. Nessuna forzatura culturale e nessuna legge potranno mai essere superiori alla Testimonianza Universale di queste fondamentali differenze. Non siamo Uguali, il Mondo ha sapori, odori, colori, non è una patatina fritta al mirtillo, non è kebab.

Mario Sironi - L'italia tra le Arti e le Scienze - 1936

Mario Sironi – L’italia tra le Arti e le Scienze – 1936

La Razza Umana vive per essere differente, giammai uniforme. Nessuna legge ed imposizione culturale potrà mai essere superiore alla Natura, allietati dall’abito bianco e dalla cerimonia ma pur sempre FROCI, né carne, né pesce, il cerone della falsità si squaglia al calore del Sole e mostra un teschio sterile e mostruoso. La Rivoluzione non è sterile non si nasconde sotto un trucco, travolge buon senso, luoghi comuni e stereotipi, incendia, rende cenere qualsiasi trucco.

Non siamo uguali, siamo Razze differenti, abbiamo storie differenti ed il Destino ha segnato strade differenti per ognuna.

Potrà suonare paradossale ma agli Uomini fu data la Guerra per comunicare ed affermare le propria unica ed insostituibile peculiarità.

La Rivoluzione è la Summa della Guerra, non ha scopi compromissori, argento per potere, non ha fini nascosti, democrazia per petrolio, non ha orizzonti finiti, non procura fortuna ai pochi, trasforma l’incivile in Civile, realizza l’enigma delle differenze, la regolata e pacifica convivenza. Non un europa di nazioni e nemmeno di popoli, un Europa ed un Mondo di Cives.

Vive già da molti secoli chi può realizzare questa fondamentale Trasformazione, vive perché si tramanda nelle famiglie, vive perché si tramanda nella presenza di Leali, pragmatici e romantici Camerati, nelle Aquile sul Tricolore di decine di profili, nel ricordarsi reciprocamente di osare sempre, nei busti, nei porta chiavi, nelle spille di apologetico Nazionalismo, nel livore dei traditori, nel terrore degli inquisitori. Terrore per una società Organica non di favori ma di Valori.

La Genetica di Razza la possiede solo la Razza.

Nobis, Italiani sono solo coloro che sono nati tali.

Patrizio, Roberto con il concorso del Camerata Piero (@pierino5861)

 

Dieci punti in difesa di Francesco Storace.

 

Giacomo Balla Forme grido «Viva l’Italia», 1915 olio su tela.

Giacomo Balla – Forme grido “Viva l’Italia”, 1915 olio su tela.

I termini di una Rappresentanza indegna o Degna.

Francesco Storace

Francesco Storace

Difendo Francesco Storace, lo difendo perché riconosco in lui l’Azione a difesa del Popolo. Riconosco in lui la Fedeltà alla Patria. Riconosco in lui la capacità di voler scuotere le Coscienze anche se a scapito di se stesso. Io non appartengo al suo partito, sono un consapevole non votante in attesa. Non mi riconosco in nessuna definizione di destra. Sono Fascista e riconosco in Francesco Storace un Camerata ed un Fratello, dunque non uguali ma Simili.
Ho dieci punti per dimostrare non la sua non colpevolezza, ho dieci punti per dimostrare la colpevolezza ignobile di una legge soggetta ad interessi di parte, giustizia ingiusta, succube dei capricci della neo nobiltà arrivista dispensatrice di false promesse ed inganni. (altro…)

Front National – La sconfitta annunciata

Benito Amilcare Mussolini

L’Italia Fascista è la Nazione Italia.

Il volo del calabrone parte terza.

Progresso e regresso, per il tutto o di parte.

Perbenismo borghese, ipocrisia, fariseismo, mani pulite e coscienza sporca. La chiamano civiltà arrogandosi il diritto del progresso a dispetto dell’evidente decadenza.
Ripropongo molto volentieri, spero per altre mille volte @pierino5861, lo faccio non per una ma per un milione di ragioni. Ne espongo un numero limitato.
La prima, la più importante per me, la Rivoluzione non è modificare fattori ma crearne di Nuovi, è Creazione non riformulazione.
La seconda, Rappresentare il Popolo è Missione, si esplica solo attraverso la Coscienza Morale dei Rappresentanti.
La terza, il Fascismo non è obsoleto e nemmeno alla ricerca di neo-fascisti.
La quarta, il Fascismo, Totalitarismo in eterno Movimento e Trasformazione non si vergogna del suo passato, non ne fa un idolo e non lo rinnega.
La quinta, il Fascista non si comporta come una verginella, adoro farlo ma non lo dico.
La sesta, il Fascista non necessita di alleati, il suo Primato è la diversità, l’assoluta unicità, dunque l’impossibilità ontologica a qualsiasi alleanza, se lo rammenti @casapound, i fratelli, gli alleati nazionali e quello che resta di una destra inutile quanto la sinistra.
La settima, se siamo Fratelli lo siamo anche se con connotazioni diverse.
L’ottava, il verbo Fascista non è appannaggio di nessuno, nostalgici e neo che siano, il Verbo Fascista è il Popolo, la Comunità Nazionale, la Patria, l’Onore e la Dignità di questi tre elementi.
La nona, il Fascismo è Corporativismo Orizzontale, nulla a che vedere con una falsa democrazia numerica.
La decima, come la MAS, il Fascismo è Fedeltà.
Nobis Camerati, non è per il colore ma per il Tricolore e per il Mondo Intero.

Patrizio Romano, gemello identico virtuale di Roberto Laficara.

un calabrone

Il destino di un popolo risiede sempre nelle proprie scelte.”

È il fondamento del libero arbitrio che si applica alla religione così come alla politica, alla vita.

Potere, paura e ignoranza, riconsegnano nelle mani dei soliti noti il destino politico ed economico della Francia.

Potere, che generando ibride alleanze per questa seconda tornata di ballottaggi elettorali, ha di fatto, costituito un fronte unico e comune contro il Front National; paura, perché nella popolazione è stata instillata la paura della “vittoria Fascista”, la possibile “guerra civile” che da essa ne sarebbe derivata; ignoranza di un popolo che ignora quale è il vero senso della libertà, della scelta, del cambiamento e che si consegna stupidamente, anche se abilmente manipolato, nelle mani di partiti che non possono rappresentare il futuro e che non lo rappresentano più da tempo.

Il potere economico, insediatosi neppure tanto subdolamente in un…

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Dove è la Destra?

Giorgio Almirante M.S.I.

Giorgio Almirante M.S.I.

Il volo del Calabrone parte seconda.

In Parlamento solo servilismo borghese e vile compromesso. Quello che è stato disegna i contorni di ciò che potrà essere e per me, fatalista meridionale, quello che il Destino già reclama.

Ancora da @pierino5861

Nobis Camerati, non è per il colore ma per il Tricolore e per il Mondo Intero.

Patrizio Romano, gemello identico virtuale di Roberto Laficara.

un calabrone

– Pubblico sul blog un vecchio articolo già pubblicato su http://www.ideaeazione.it nel 2014 per l’attualità che ancora oggi riesce ad esprimere. –

Quando nel maggio del 1988 morì Giorgio Almirante, non sapevamo quali potessero essere le conseguenze ne’ a breve termine tantomeno a lungo termine.
Il Presidente aveva lasciato un MSI ormai sdoganato alla politica italiana, una classe politica giovane, una capillare rete di sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale.
Nelle mani del suo successore, c’era un MSI vivo ed attivo, un movimento in piena salute, ricco di storia che era entrato nella storia della politica italiana per la caparbietà del vecchio capo.
Tutti noi in quel 22 maggio, salutammo per l’ultima volta quel leader, quel capo che aveva sempre fatto gli interessi del movimento mai profittando della sua personale posizione di Segretario, per propri interessi personali.
Con lui, quel lontano giorno morì un uomo onesto ma, con il passare del tempo, morì anche…

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Parigi: l’Europa che non esiste.

Paolo Maggis - Bolgia - 2007

Orrore: non esprime correttamente la sensazione di impotenza.

Paura: tanta, ma di cosa?
Dell’inatteso, dell’impossibile che è accaduto e che potrebbe accadere ancora e altrove.
Qualcuno parla di guerra, qualche altro di terrorismo, poi c’è chi vuole la guerra di religione, chi la vendetta, chi la rappresaglia.
Nessuno che dica cose sensate, solo scontati luoghi comuni: a pensare, a ragionare non siamo abituati.

E se avvenisse a Roma? Quale sicurezza possono darci i vari improvvisati e incapaci nostrani, come Boldrini, Renzi, Alfano, Mogherini, ecc…, fautori della distruzione della nostra cultura e della nostra identità?

Ieri notte ho assistito al balletto dei vari leaders che si affrettavano a dare solidarietà, a comprendere, ognuno pronto a fare riunioni future per decidere gli interventi comuni: tutto questo costituisce la prova che l’Europa non esiste.
Quando si tratta del futuro e della sicurezza dei popoli europei, ognuno per se e, se vogliamo, collaboriamo; mentre a livello economico e monetario c’è sempre qualcuno, che nessuno controlla, che decide sulla nostra testa e sulla pelle di noi comuni mortali.

Tutto questo deve finire.

Bisogna correre, affrettarsi, costruire una vera Europa politica, libera dai lacci della finanza, della moneta privata, della BCE e rigenerare il senso di appartenenza.
Piantarla con le nostre guerre civili, togliere le sanzioni ad uno stato europeo importante per la rinascita ed il rilancio di un’Europa unita, rieducare i nostri giovani al senso di appartenenza ed all’orgoglio di essere cittadini di una grande nazione che ha da sempre esportato cultura e civiltà nel mondo intero.

Mi auguro che questa orrenda strage non venga utilizzata per portare a compimento operazioni economiche a spese di altri popoli, spero si capisca che Assad in Siria  sia un freno affinché quei territori non divengano come l’Iraq, dopo Saddam e la Libia, dopo Gheddafi.

Mi auguro che gli stati Europei capiscano perché i depositi dell’ISIS siano pieni di armi, munizioni e missili targati USA, si rendano conto che non esistono terroristi buoni e terroristi cattivi e che aver addestrato i sedicenti terroristi buoni sia servito solo ad alimentare l’efficienza dei cosiddetti terroristi cattivi.

Ecco, ora sogno, ma facciamo in modo che le vittime innocenti di Parigi non siano morte invano; costruiamo veramente l’Europa.
Quell’Europa che il grande poeta e scrittore francese Drieu La Rochelle così stupendamente descriveva in una sua mirabile poesia.

“…In questo stesso attimo

costruiamo la torre della nostra

disperazione e del nostro orgoglio.

Con il sudore ed il sangue

di tutte le classi

dobbiamo costruire una patria

come non si è mai vista

compatta come un blocco d’acciaio.

Come una calamita

tutta la limatura d’Europa

vi si aggregherà per amore o per forza.

E allora davanti al blocco

Della nostra Europa

L’Asia, l’America e l’Africa

Diventeranno polvere.”

Roma, 14.11.2015                                              Adriano Tilgher

 

Economia, equilibrio ed occupazione. Critica al modello liberista.

Gerardo Dottori La Famiglia Marinetti, 1933

Gerardo Dottori – La Famiglia Marinetti – 1933


Il fondamento dell’economia non è scientifico, non le appartiene, dal momento che i suoi presupposti non sono scientificamente giustificabili. Non si può giustificare nulla senza presupporre già qualcosa, il che significa che l’economia è costretta a riferirsi a un fondamento che le è esterno. Vi è però un rovescio della medaglia, l’economia è una scienza aperta perché essa non offre una conoscenza esaustiva della realtà.

È per questo che l’economia deve intrattenere stretti rapporti di vicinanza con l’etica, la storia, la politica, la filosofia.

Chiunque desideri replicare può spedire la sua replica a: Movimento Nazionale

Liberismo e teorie generali di un equilibrio molto squilibrato.

Noto, con grande sgomento, che dai tempi dei governi Craxi ad oggi, nessun dibattito politico o campagna elettorale o battesimo di una nuova forza politica comprenda l’esposizione dei fondamentali temi di Politica Economica sostenuti e caldeggiati. Considero questa una grave e voluta mancanza in virtù di una considerazione molto semplice, le linee di Politica economica scelte, sono fondamentali per la stesura di un completo Programma di Partito/Movimento/Formazione. Il valore che ricopre la Politica economica in un progetto politico è nodale per gli interventi in tema di formazione delle leggi, dei decreti legislativi e soprattutto nella composizione della legge finanziaria, come, dove e quanto spendere; inoltre è attraverso le scelte di Politica Economica che si configura il rapporto di collaborazione consortile tra l’Ente Pubblico Stato e le forze produttive private, imprese, forza lavoro, famiglie. Decisivo dovrebbe essere l’intervento della Banca Centrale nello stampare e far circolare moneta, bene prezioso per avviare, migliorare e sviluppare i processi economici. Eppure oggi è il racconto serale, la favola davanti al camino. (altro…)

Lo stato etico

Stato Etico e Corporativo, la Storia di una Civiltà Nuova, vessillo di una Umanità Rinnovata, la Storia di un Tradimento servile che ne impedì il naturale Progresso.
Mi interrogo spesso su cosa sarebbe il Mondo oggi, se la Religione della Socialità non fosse stata annegata nel suo stesso sangue dal suo stesso sangue. Mi chiedo perché non desti scandalo l’iniquità, la disparità, la mancanza di Libertà che caratterizza il mondo del dopoguerra, questo di oggi. Mi chiedo quale sia il senso di una festa della liberazione che troppo somiglia alla breve, fugace ed effimera gioia di un’ora d’aria. Detenuti che accettano comunque le sbarre per pane, acqua e cellulare e detenuti innocenti che bruciano di desiderio di Libertà. Ha senso discutere di Fascismo. Ha senso proclamare di essere tali.
Lo Stato Fascista é Etico, è il diventare reale della Comunità Nazionale, è la Coscienza Umana che mai nessun vitello d’oro riuscirà a piegare.

Nobis Camerati.

Roberto Laficara al secolo Patrizio Romano.